L’editing è una di quelle abilità cosiddette “paraletterarie” (insieme alla ricerca e alla pianificazione di un’opera) che a molti scrittori non piace perché non è divertente o creativa come la scrittura vera e propria. Assomiglia molto più a un lavoro. Ma un libro per essere pubblicato ha bisogno anche di alcune garanzie di qualità. La fase di scrittura è quando tutta la creatività fluisce. Però il flusso creativo non basta. Ci vuole l’ordine. Le principali tecniche di editing sono oltretutto necessarie per superare eventuali dubbi sulla qualità del proprio libro.

Parliamo innanzitutto della struttura. Se sei uno che pianifica le cose in anticipo, il tuo romanzo avrà già una struttura solida. Vale a dire, avrà un chiaro inizio, un punto intermedio e una fine. Il viaggio del lettore sarà coerente e ci saranno fili narrativi chiari che procedono ininterrottamente per tutto il suo corso. In questo caso, è necessario solo un editing leggero. Se invece hai costruito il romanzo a mano a mano che procedevi, oppure hai lavorato su più bozze o su più stesure, è molto probabile che la struttura soffra di qualche aspetto irregolare e incoerente. Come affrontare la questione?

Innanzitutto, considera la prima parte del tuo romanzo. Diciamo un quinto. Hai introdotto tutti i principali personaggi e temi? Fa’ un elenco delle domande che chi legge potrebbe porsi a proposito degli avvenimenti già accaduti e degli eventi a venire. Che idee hai seminato nella mente del lettore? Poi trova la metà esatta del romanzo (basta contare le battute) e guarda che cosa sta succedendo. C’è un punto di zenit o un momento cruciale verso cui il lettore si sia sentito attratto? Ci dovrebbe essere. In caso contrario, il libro potrebbe contenere una parte fiacca oltre la quale il lettore non è riuscito ad andare. La metà del libro è un punto di passaggio, uno scollinamento verso la sua fine. Tu hai condotto il lettore per mano fino a lì, adesso lo devi accompagnare alla conclusione. Il viaggio dalla metà del libro fino alla fine dovrebbe essere decisivo e il suo movimento più veloce rispetto alla prima metà, in cui hai stabilito trama e personaggio. Adesso tutto appare funzionale all’ultima parte. Chiediti: il finale sembra posticcio o ci sono stati in tutto il romanzo degli elementi che lo rendono del tutto credibile (per quanto sorprendente)?

Veniamo ora alla storia. Può capitare a volte che si trasformi a mano a mano che la scrivi. A volte ci mette un po’ a svilupparsi e questo può risultare evidente nei capitoli iniziali, che tendono a essere più lenti. Il modo migliore per tenere sotto controllo una storia è quello di suddividere il romanzo in capitoli e fare un elenco di quello che accade in ogni capitolo, riguardo alla vicenda, allo sviluppo del personaggio e al dipanarsi delle tematiche principali. Meglio annotare anche qualsiasi particolare che prefiguri eventi a venire o che possa innescare domande nella mente del lettore. Una volta ottenuta questa suddivisione in capitoli, si è in grado di vedere in modo completo lo scheletro della storia (spogliata delle parti descrittive, dei dialoghi e delle considerazioni di contorno). In questo modo le lacune diventano chiare. Se c’è un capitolo in cui succede troppo poco, quel capitolo potrebbe essere frustrante per il lettore. Se succede troppo, sarà una buona idea ridistribuire il contenuto nei capitoli limitrofi.

Certo, alcuni pensano che la miglior cosa sia eseguire tutte queste operazioni prima di iniziare a scrivere, in modo da conoscere in anticipo tutti i passaggi. È un sistema che può evitare i blocchi creativi, dal momento che ogni giorno saprai di che cosa devi occuparti. (1- continua)